La rivista Le Strade (casa editrice La Fiaccola) ha pubblicato un interessante articolo sull’importanza del recupero dell’acqua in progetti TOC con sistemi di riciclo fanghi. Di seguito riportiamo il testo integrale dell’articolo pubblicato sul numero di ottobre 2025. Questo il link per sfogliare la rivista.
Buona lettura!
Più attenzione all’acqua
I fanghi da perforazione, da rifiuto a risorsa. È possibile con i riciclatori di Vermeer, che ricondizionano i fluidi e riducono la quantità di acqua e le materie utilizzate.
(Articolo di Daniela Stasi)
Non esiste una cultura al mondo in cui il termine “fango” abbia un’accezione positiva. Anche quando è citato in frasi motivazionali, ha sempre una connotazione negativa, assumendo il significato di dolore, ostilità, male, da cui liberarsi. Un esempio è il celebre aforisma “No mud, no lotus” attribuito al monaco buddista Thích Nhất Hạnh: tradotto con “Non c’è fango, non c’è loto”, indica che la sofferenza e le avversità (il fango) sono necessarie per permettere la crescita, la bellezza e la consapevolezza (il loto). Simile percezione anche nel nostro ambito professionale: nei cantieri, i fanghi di perforazione sono classificati come “rifiuti” e la loro corretta
gestione (raccolta, trasporto, recupero o smaltimento) è disciplinata dal D.Lgs. 152/06 (Testo Unico Ambientale). E qui entra in gioco Vermeer: proprio col fine di ottimizzare la gestione dei fanghi, l’azienda ha di recente introdotto in gamma i riciclatori, macchine che recuperano i fluidi e riducono la quantità di acqua e materie utilizzate. Il concetto di fondo è la separazione del fluido dalla componente solida che si sta scavando (terra e roccia da scavo per l’appunto): si ottiene così materiale di scarto asciutto, dalla pezzatura già lavorata. Usati in abbinamento alle perforatrici TOC/HDD (perforazione orizzontale controllata), i riciclatori rendono quindi più efficiente e sostenibile il cantiere. Ne abbiamo parlato con Alessandro Cestaro, HDD Specialist di Vermeer Italia, che ci ha illustrato caratteristiche e vantaggi.
Più recupero, meno costi di smaltimento
La premessa: perché utilizzare i riciclatori? L’utilizzo di acqua è sempre più consapevole (finalmente, aggiungiamo), e i costi di trasporto per averla in cantiere e di smaltimento dei fanghi sono sempre più ingenti e regolamentati. In sintesi, le spese di gestione dei fluidi di perforazione sono in crescita, ma allo stesso tempo il loro utilizzo in cantiere è fondamentale per assicurare la riuscita della perforazione stessa. Ecco perché aggiungere un riciclatore alla flotta: per “riciclare” i fluidi – da cui il nome stesso della macchina – e ridurre la quantità di acqua impiegata. Non solo: la rimozione di sabbia e di altri elementi abrasivi contribuisce a prevenire l’usura prematura delle pompe ad alta pressione delle macchine da perforazione e degli altri accessori fondo foro. «Ridurre il volume di fango significa ridurre l’impatto ambientale di una lavorazione TOC/HDD perché si limita l’uso di acqua, bentonite e degli altri prodotti utilizzati, ma significa anche ridimensionare il costo degli smaltimenti finali. Pertanto, l’utilizzo dei riciclatori consente di avere sia maggiore marginalità, sia benefici a livello ambientale, andando a ridurre l’uso di risorse naturali, soprattutto in zone in cui sono scarse – spiega Alessandro Cestaro – Accoppiati a diverse taglie di perforatrici, a seconda del modello scelto, integrano in modo ottimale le operazioni di perforazione. In sostanza, si va a realizzare un circuito chiuso: una sorta di treno che fa da mezzo di trasporto, si carica di passeggeri, ovvero i solidi; poi i solidi fuoriescono, e il treno viene utilizzato nuovamente».
Cosa contraddistingue i vostri riciclatori da quelli dei competitor? «Progettati e costruiti integralmente da Vermeer, i nostri riciclatori sono elettrici, molto compatti per ridurre gli ingombri in cantiere e dotati di sensori automatici che ne semplificano l’operatività. Sono anche rapidi, per un maggiore controllo della macchina stessa». Prima di addentrarci negli aspetti tecnici, poniamo a Cestaro altre due domande: quali sono le principali applicazioni e come sta rispondendo il mercato a questa tipologia di macchine? Qui le risposte: «I riciclatori vengono utilizzati in cantieri per l’installazione di sottoservizi che prevedono perforazioni per lo più di medio-grande diametro, dove il quantitativo di fango è elevato. Per quanto riguarda il mercato, la risposta è positiva. Queste macchine stanno riscuotendo successo, e la ragione è semplice: permettono di ridurre quello che per la normativa è considerato un rifiuto, a tutto vantaggio degli scarti di lavorazione, notevolmente inferiori». I clienti sono soddisfatti? «Sì, i clienti sono decisamente soddisfatti dell’utilità di questa tipologia di macchine».
Tre modelli, un unico scopo
La gamma di riciclatori Vermeer si compone di tre modelli, R500, MR1000 e MR2000 (gli ultimi due abbinano alle funzioni di riciclaggio anche quelle di miscelazione). «Per ottimizzare al meglio il riciclo, tutti e tre i modelli sfruttano l’equilibrio tra il flusso del fango in entrata e quello in uscita – chiosa Alessandro Cestaro – I nostri nuovi sistemi integrano in modo ottimale la separazione meccanica eseguita dai vagli, per ottenere materiale grossolano, con quella effettuata dagli idrocicloni, per materiale più fine. In questo modo i riciclatori si adattano alla granulometria richiesta per il singolo lavoro». Iniziamo l’approfondimento tecnico con il riciclatore R500, le cui operazioni sono automatizzate: non occorre controllare manualmente le valvole, i sensori di livello nella vasca del riciclatore e il sensore di livello da remoto nella vasca di miscelazione aiutano a prevenire la tracimazione al di fuori del sistema di gestione dei fluidi. I vagli primari sono mantenuti in posizione da un sistema di ancoraggio ad aria, per un accesso semplificato e la sostituzione rapida dei vagli stessi. La
separazione dei solidi è particolarmente efficace grazie al sistema di idrocicloni in abbinamento a un’area di vagliatura piuttosto ampia. Il robusto vibrovaglio garantisce performance stabili anche con volumi di processo variabili, mentre una pompa a elevata capacità di processo assicura una circolazione ottimale. Si ricorda che l’R500 è su slitta, per il sollevamento con muletto. «L’R500 è una macchina compatta che lavora in autonomia in base ai sensori di livello, senza una persona dedicata. Sta dando parecchie soddisfazioni ai nostri clienti, basta collegarla, e gestisce in modo indipendente il carico e lo scarico del fango – commenta Cestaro – Questo modello si può accoppiare alle nostre perforatrici TOC/HDD per la posa di sottoservizi, modelli D40X55S3, D40X55DR S3 e D60X90 S3».
Passiamo ora al miscelatore e riciclatore MR1000, in grado di facilitare il lavoro all’operatore grazie al sistema di ancoraggio innovativo dei vagli, alle valvole pneumatiche, al pannello di controllo intuitivo e al sistema di interruzione automatica dell’immissione acqua e della pompa di pozzetto. In questo caso nella separazione dei solidi concorrono 12 idrocicloni a corpo lungo da quattro pollici, sempre in abbinamento a un’ampia area di vagliatura. Il sistema di miscelazione è ottimizzato con un agitatore ed equipaggiato con un potente tubo di aspirazione della bentonite, in grado di processare in modo rapido anche le big bag. Creato sulle misure di un container ISO da 20 piedi, le dimensioni di trasporto dell’MR1000 sono ridotte: è disponibile con sistema di sollevamento a gancio regolabile con rulli per rientrare nei limiti di trasporto locali. Il modulo con vibrovaglio è alloggiato all’interno della vasca attiva e, durante il montaggio, può essere sollevato all’esterno e installato semplicemente ruotandolo di un quarto di giro.
Ed eccoci all’MR2000, macchina compatta in grado di processare fino a 2.000 l/min di fluidi di perforazione. In un solo trasporto due funzioni: miscelazione e riciclo, prioritari in ogni cantiere di perforazione orizzontale controllata. Anche in questo modello è l’ancoraggio ad aria a mantenere in posizione i vagli primari, sistema che ne permette la sostituzione rapida. Le elevate prestazioni nella separazione dei solidi sono date dai due idrocicloni desander da dieci pollici, più 12 idrocicloni a corpo lungo da quattro pollici in abbinamento a un’ampia area di vagliatura. Come nel modello MR1000 anche nell’MR2000 il sistema di miscelazione è dotato di un tubo di aspirazione della bentonite che processa velocemente anche le big bag. Il venturi e un agitatore garantiscono una miscelazione ottimale. Per ridurre le dimensioni di trasporto, il modulo di separazione con vibrovaglio viene alloggiato nella vasca attiva. Grazie a un sistema di sollevamento idraulico automatico, il modulo può essere montato facilmente, sopra al container, pronto per entrare in azione. L’architettura lineare di questo sistema, con una parete cieca, lo rende ideale per cantieri a bordo strada.
Per tutti e tre i i modelli, l’utilizzo di componenti di alta qualità e ad alta resistenza all’usura ne massimizzano la durabilità. «Le macchine combinate MR1000 e MR2000 possono essere abbinate a tutti e sei i modelli della nostra gamma di perforatrici TOC/HDD per la posa di pipeline, in base alle esigenze di cantiere – conclude l’HDD Specialist di Vermeer Italia – I riciclatori sono macchine indipendenti dalle perforatrici Vermeer, quindi possono essere accoppiati anche con modelli di altri marchi e persino con perforatrici verticali. A prescindere dalla macchina a cui sono abbinati, il loro scopo è sempre quello di ricondizionare un fluido e andare
a ridurre le materie prime».
Conoscere le macchine per usarle al meglio
Oltre al prodotto e al classico post vendita (assistenza tecnica, intervento in cantiere, ricambi, etc.), Vermeer Italia organizza periodicamente training formativi per gli operatori dei propri clienti, sulle tecnologie di perforazione TOC/HDD, quindi anche sui riciclatori, il cui uso è strettamente connesso alla perforazione stessa. «Da sempre ci teniamo a dare supporto ai nostri clienti con sessioni periodiche di aggiornamento e approfondimento teorico-pratico. È un’attività che consideriamo parte integrante del nostro servizio post vendita, perché siamo consapevoli che sia fondamentale per tutti gli specialisti di settore avere un supporto completo, che comprende anche la possibilità di formazione periodica – racconta Giorgia Compagni, marketing manager di Vermeer Italia – Dall’inizio dell’anno abbiamo organizzato più di dieci sessioni per nuovi operatori e questo contribuisce a potenziare il nostro lavoro. Uno dei nostri obiettivi infatti è quello di offrire un’assistenza completa e capillare a tutti i clienti del territorio. Questo è possibile non solo grazie alla sede centrale di Verona, ma anche a tutti i nostri centri di assistenza (Vermeer Adriatico nei pressi di Ascoli Piceno, Vermeer Tirreno vicino a Roma, Trencher Service a Bari e Vermeer Sicilia a Caltanisetta). L’aggiornamento tecnico è parte sostanziale del supporto Vermeer. Siamo inoltre associati alla IATT, Italian Association for Trenchless Technology, che sosteniamo nei vari progetti. Tra questi, ospitiamo il corso da loro organizzato insieme alle scuole edili del territorio di riferimento, per conseguire il patentino di operatori per macchine complesse nella trivellazione orizzontale controllata».
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