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Normativa boschi e foreste: associazioni in prima linea per ridurre la burocrazia e valorizzare la filiera del legno

Il patrimonio boschivo italiano copre una superficie pari al 36% del territorio nazionale. Il settore del legno impiega circa 80.000 imprese (dalla produzione, alla trasformazione industriale fino alla sua commercializzazione), eppure la filiera produttiva dipende ancora molto dall’approvvigionamento estero. Come è possibile?

 È semplice: come sottolineano da tempo le Regioni e tutti gli interessati del settore, ad esempio FIPER (Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili), mancano politiche di sviluppo in ambito forestale che aiutino nella gestione di questa vasta superficie al momento in gran parte inutilizzata.

Sembra che finalmente si stia cercando di migliorare la situazione. E’ in corso di esame in Parlamento un Collegato Agricoltura, ovvero un documento che precisa alcuni aspetti delle norme presenti nel disegno di legge “Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo e agroalimentare, nonché sanzioni in materia di pesca illegale”, che presenta delle novità importanti in merito alla gestione della filiera del legno.  Il punto della questione è la volontà di semplificare l’insieme di normative che esistono al momento creando “uno o più decreti legislativi con i quali provvedere a raccogliere, in un codice agricolo ed in eventuali appositi testi unici, tutte le norme vigenti in materia divise per settori omogenei”, come indicato dall’articolo 5 del disegno di legge.

Le regioni e le associazioni da parte loro non si limitano ad aspettare. Per cercare di spingere l’approvazione di questa riforma, è stato firmato un accordo interregionale per incrementare i prelievi legnosi.

 Il 26 febbraio scorso, a Verona, in occasione di “Progetto Fuoco”, i rappresentanti delle Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Veneto e Piemonte, insieme a FIPER, ANARF (Associazione Nazionale Attività Regionali Forestali), Federforeste, UNPROFOR (Unione Produttori Forestali), UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) e a molti altri soggetti coinvolti, pubblici e privati, hanno firmato un accordo volto a migliorare l’utilizzo delle risorse forestali. Solo per le Regioni firmatarie, parliamo di una superficie pari a 3 milioni di ettari. Questo accordo anticipa le misure in corso di studio in Parlamento. Ci lavorano anche gli esperti tecnici del Tavolo Filiera Legno, istituito dal MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) per cercare di promuovere il made in Italy nel settore legno.

Queste iniziative hanno aiutato a capire i punti deboli della gestione attuale delle superfici boschive e quali sono gli obiettivi comuni di Ministero, Regioni, associazioni e produttori. I problemi principali sono una legislazione frammentata e poco chiara, una visione generale limitata delle risorse forestali, ritenute un elemento da conservare, più che un bene da gestire, e una mancanza di integrazione e di coordinamento tra i diversi membri della filiera. Per quanto riguarda le azioni da compiere per migliorare il sistema, si tratta di:

  • Incrementare il prelievo legnoso annuo economicamente sostenibile.
  • Avviare la gestione delle foreste in stato di abbandono.
  • Promuovere la gestione dei boschi pubblici attraverso imprese private della filiera foresta – legno attraverso accordi di concessione o affitto.
  • Realizzare campagne di informazione e promozione dell’importanza della filiera italiana del legno.
  • Promuovere l’impiego del legno a fini energetici, e quindi promuovere l’impiego di cippato per impianti produzione energetica, incentivando la realizzazione di impianti a biomassa.
  • Riconoscere l’importanza del bosco come fornitore di beni e servizi per la comunità (tra cui ovviamente rientra la produzione di legno e biomassa per energia).

Il raggiungimento di questi obiettivi porterà a una migliore gestione della materia prima, evitando il ricorso all’importazione di legname dall’estero e quindi sostenendo la filiera corta basata su risorse locali, creando nuovi posti di lavoro. Sarebbe inoltre un incentivo importante all’uso di biomassa per la produzione di energia e di calore su ampia scala e per lo sviluppo di una filiera foresta-legno-energia commisurata alle capacità di approvvigionamento locale e alle possibili destinazioni finali.

Tutti gli operatori di settore aspettano quindi che questa normativa di politiche di regolamentazione e sviluppo in ambito forestale sia presto approvata, per valorizzare un patrimonio che finora non ha visto riconosciuto il suo giusto valore.

Voi che ne pensate? Questa normativa potrebbe essere davvero un contributo importante per il settore del legno?

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